Parole Sante
Sono 28 i poeti che raccontano in questa antologia un modo inedito di parlare alla terra, di stare nei luoghi con lo sguardo di chi sa cogliere una storia trasversale, una storia che passando da alcuni estremi porta inesorabilmente a sud.
Una terra di Salento che appare qui quasi una categoria dello spirito, luogo dell’oggi in cui la poesia può camminare guardando il presente senza dimenticarsi antiche suggestioni, ombre di dolmen e di menhir, bisbigli di macare che sembrano far virare le parole in una zona di margine, di confine.
È un poeta salentino ad ispirare i versi di questi autori, Antonio Verri, che “parlando a pietre una sull’altra”, invitava a trovare un proprio modo di dialogare con i luoghi e di mettersi in gioco per creare una comunità nomade nel sentire, una comunità che – come scrive Mauro Marino nella sua bellissima introduzione – «sappia Mondeggiare il Mondo. Muoverlo scuoterlo disturbarlo rispetto a ciò che di solito è comunemente accettato».
Un’antologia che nasce dal ripetersi di un evento ormai consolidato all’interno del progetto ambientale Orto dei Tu’rat, che vede ripetersi da cinque anni, tra le dune in pietra a secco dei tu’rat, un importante momento di confronto/incontro tra poeti contemporanei che porta lo stesso nome dell’antologia Parole Sante.
Parole Sante che sono un momento di incontro tra diverse sensibilità e linguaggi, una sorta di immenso dialogo sull’oggi grazie a cui la poesia esce dai circoli elitari e dai salotti per farsi voce vibrante, suono e melodia intonata per tutti coloro che – come scrive Milena Magnani – «non amano pensare per gerarchie, non amano la poesia dei Vate e dei grandi Maestri ma prediligono il farsi coro, il cantare a più voci, il porgere la parola sulla mano, così come si porge un frutto».
Ne esce un sorta di viatico, un modo per attraversare una terra che riserva sguardi inaspettati, immagini che sventolano grazie ai versi come lenzuola stese all’aria aperta .
Sono 28 i poeti che raccontano in questa antologia un modo inedito di parlare alla terra, di stare nei luoghi con lo sguardo di chi sa cogliere una storia trasversale, una storia che passando da alcuni estremi porta inesorabilmente a sud.
Una terra di Salento che appare qui quasi una categoria dello spirito, luogo dell’oggi in cui la poesia può camminare guardando il presente senza dimenticarsi antiche suggestioni, ombre di dolmen e di menhir, bisbigli di macare che sembrano far virare le parole in una zona di margine, di confine.
È un poeta salentino ad ispirare i versi di questi autori, Antonio Verri, che “parlando a pietre una sull’altra”, invitava a trovare un proprio modo di dialogare con i luoghi e di mettersi in gioco per creare una comunità nomade nel sentire, una comunità che – come scrive Mauro Marino nella sua bellissima introduzione – «sappia Mondeggiare il Mondo. Muoverlo scuoterlo disturbarlo rispetto a ciò che di solito è comunemente accettato».
Un’antologia che nasce dal ripetersi di un evento ormai consolidato all’interno del progetto ambientale Orto dei Tu’rat, che vede ripetersi da cinque anni, tra le dune in pietra a secco dei tu’rat, un importante momento di confronto/incontro tra poeti contemporanei che porta lo stesso nome dell’antologia Parole Sante.
Parole Sante che sono un momento di incontro tra diverse sensibilità e linguaggi, una sorta di immenso dialogo sull’oggi grazie a cui la poesia esce dai circoli elitari e dai salotti per farsi voce vibrante, suono e melodia intonata per tutti coloro che – come scrive Milena Magnani – «non amano pensare per gerarchie, non amano la poesia dei Vate e dei grandi Maestri ma prediligono il farsi coro, il cantare a più voci, il porgere la parola sulla mano, così come si porge un frutto».
Ne esce un sorta di viatico, un modo per attraversare una terra che riserva sguardi inaspettati, immagini che sventolano grazie ai versi come lenzuola stese all’aria aperta.